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Follia automotive: il noto costruttore perde una valanga di soldi per ogni veicolo elettrico prodotto | La cifra è spaventosa

Linea assemblaggio auto – giornalemotori.it (foto iStock)

Uno tra i marchi emergenti più apprezzati nel panorama elettrico nasconde un buco colossale nel fatturato. Perde decine di migliaia di dollari per ogni macchina che esce di fabbrica

La crisi del settore automobilistico sembra entrata in una spirale senza fine. D’altronde gli ingredienti di questa ‘tempesta perfetta’ c’erano tutti. Da quando l’epidemia di Covid ha messo in ginocchio la produttività del mondo intero, alcune industrie non si sono più riprese.

Quella che ha subito i danni maggiori è proprio l’automotive. Da una parte a causa dell’interdipendenza tra fattori economici globali che hanno coinvolto intere catene di approvvigionamento, dall’altra a causa delle novità in tema mobilità introdotte per la transizione ecologica mondiale.

Insomma, un bel problema per un’industria che una volta trainava una buona fetta dell’economia. Da quando una serie di fattori hanno imposto cambiamenti troppo rapidi, alcuni modelli di business sono rimasti un po’ ingessati.

Si vende poco e male

Il tutto ha provocato in questi anni ripercussioni mica da ridere su tutto il comparto, a partire dalle fabbriche per finire al cliente finale con i suoi capricci, vedi il caso recente di Mirafiori e della 500e. Ancora oggi la crisi dei semiconduttori sembra non vedere una fine chiara, provocando gravi ritardi nella consegna dei veicoli. E se mancano i chip manca un po’ tutto, c’è poco da fare.

La filiera è inoltre massacrata da altre gravi problematiche che riguardano invece le vendite. Per quanto gli sforzi dei dipartimenti marketing siano stati rivolti alla spinta sui nuovi modelli elettrici, la risposta del mercato è stata scadente. Per quanto riguarda le nuove elettriche, prima si parlava di ansia da ricarica, poi di autonomia, ma di base il problema è sempre uno: il prezzo. Il che ha trasformato l’auto in un bene di lusso. Inutile girarci troppo intorno. Ora la patata bollente è in mano alle vendite.

Pick Up Truck elettrico Rivian R1T – giornalemotori.it (foto iStock)

Rivian, obiettivo ridurre i costi di 40.000 dollari a veicolo

Per di più, in questo scenario da incubo ci manca solo prendersela con Pechino per “concorrenza sleale”. Di questo modo a perderci sono solo gli automobilisti che si dimenticheranno per sempre il concetto di low cost. Ma, se siamo arrivati a questo punto, è tutto colpa di un insieme di fattori poco prevedibili o c’è di mezzo anche lo zampino di qualche costruttore? La verità diciamo che sta un po’ nel mezzo, giusto per non sbilanciarsi troppo.

Uno dei costruttori che più degli altri sta soffrendo per le perdite occasionate da un piano industriale sbilanciato è Rivian. Secondo un’analisi del Wall Street Journal la casa automobilistica starebbe dilapidando in tempi record ben 18 miliardi di dollari che conta come flusso di cassa. Nonostante il suo pick-up elettrico R1T e il SUV R1S siano modelli molto apprezzati dai chi li possiede, il più economico fra i due costa la bellezza di 74.800 dollari. La ragione principale di questo prezzo ‘drogato’ sarebbe la continua perdita di margine che ammonterebbe a 33.000 dollari per auto prodotta, ossia quasi il prezzo intero di un’auto termica chiavi in mano. Alcuni sostengono che per andare in attivo il marchio americano dovrebbe vendere le sue auto a oltre 100.000 euro, quando servirebbe “solo” una ristrutturazione seria dei costi di produzione.