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Punizione più severa per chi viola il Codice della strada I La multa non basta più, ecco cosa ti tocca fare

Le pettorine gialle degli assistenti pedonali – Giornalemotori.it

Al via la pena sostitutiva per i reati legati a gravi violazioni del Codice della Strada, i colpevoli saranno da oggi “assistenti pedonali”

È partito in via sperimentale un sistema di riabilitazione per reati commessi in violazione del Codice della Strada. Si tratta di un nuovo modello di rieducazione alla buona condotta sulle strade. La sperimentazione è rivolta a tutti gli imputati e condannati per delitti che hanno messo in pericolo la sicurezza stradale.

Il Comune di Bologna si aggiunge così insieme ad altre 6 municipalità italiane al progetto “Ruote ferme, pedoni salvi“, ideato dall’Afvs – Associazione familiari e vittime della strada, con il patrocinio del Ministero della Giustizia e di Anci.

L’obiettivo è educare alla sensibilizzazione sui reati stradali adottando pene alternative al carcere. Si trattta di attività in cui il condannato svolge lavori a beneficio della comunità, come ad esempio, nel caso di questa iniziativa, l’assistente pedonale.

Bologna è la seconda grande città dopo Torino

Il protocollo d’intesa è stato depositato in Comune dal comandante della Polizia Locale, Romano Mignani, e dalla delegata dell’associazione Silvia Frisina. Saranno 20 i primi assistenti pedonali destinati a questo incarico dall’ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna di Bologna.

Questo genere di pena sostitutiva trova la sua finalità nell’aiutare il colpevole a riabilitarsi e a evitare la ripetizione del reato. I 20 assistenti hanno ottenuto la pena sostitutiva per i reati di guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti. Dopo un periodo di breve formazione gli imputati, indagati, condannati (anche di omicidio stradale) svolgeranno funzioni di presidio degli attraversamenti pedonali a rischio. In particolare vicino alle scuole e agli uffici giudiziari.

Assistente pedonale aiuta nell’attraversamento stradale – Giornalemotori.it

Ricominciare dalla strada

“Nell’85% dei casi si tratta di uomini di età compresa tra i 20 e i 70 anni – spiega Silvia Frisina, delegata dell’Associazione – È un progetto di sicurezza stradale a tutela dell’utenza più debole, con una finalità rieducativa per le persone che possono ricucire il patto violato con la società. Quale miglior modo per riparare se non sulla strada, il luogo dove hanno commesso il reato”.

L’attività di assistente pedonale consentirà a queste persone di riflettere su quanto accaduto e le supporterà in un processo di interiorizzazione sulla gravità del reato commesso. Il progetto è finanziato dal Fondo Vittime della Strada, nel quale convergono le donazioni per supportare queste iniziative per la sospensione del procedimento penale.