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GPL: scelta conveniente, ma occhio all’imprevisto | Può rovinarti un viaggio per completo

Indicatore GPL – giornalemotori.it (foto iStock)

L’utilizzo di carburanti alternativi in tempi di crisi potrebbe essere la scelta vincente, ma dobbiamo sempre considerare i pro e i contro

Inutile ricordare ai nostri lettori le difficoltà che stiamo vivendo sul fronte carburante. Tra un po’ faticano ad arrivare a fine mese anche quelli che utilizzano il meno possibile l’auto, figuriamoci chi per lavoro o altri impegni quotidiani è costretto a prenderla tutti i giorni.

Da una media dei consumi e delle spese calcolate sull’utilizzo dell’auto nell’arco di un intero mese, emerge un quadro preoccupante: un italiano arriva a spendere in media 300/400 euro al mese per fare benzina. Oggettivamente sarebbe anche troppo per uno stipendio di 2.200-2.400 euro al mese, figuriamoci per chi guadagna meno.

La situazione sta lentamente sfuggendo di mano un po’ a tutti, dai Paesi produttori, che hanno imposto una quotazione del barile sempre più alta, ai Paesi consumatori, che si vedono costretti a correre ai ripari attraverso strategie diverse. In Italia la forbice tra il prezzo del carburante e quello del costo della vita si è talmente allargata che il Governo sta pensando di introdurre addirittura una ‘accisa mobile’.

Una valida alternativa

Piccola-grande vittoria dei consumatori – direte voi – dopo la forte ondata di proteste e lo scandalo della benzina che ha superato la soglia ‘psicologica’ dei due euro al litro. Un prezzo che francamente è inaccettabile se confrontato con i salari medi – mica si guadagna come in Scandinavia – motivo per cui molti automobilisti hanno deciso di tagliare la testa al toro e ridurre progressivamente la loro dipendenza da diesel e benzina propriamente detti. Sì, perché sono sempre di più quelli che scelgono la doppia alimentazione (carburante tradizionale e GPL).

Il Gas Petrolio Liquefatto offre oggi una validissima alternativa a diesel e benzina. Per almeno due ragioni: la prima (e più evidente) è perché costa decisamente meno, la seconda è perché consente anche al parco auto più datato di continuare a circolare – almeno per il momento – in uno scenario di divieti e restrizioni sempre più stringenti per i vecchi standard Euro.

Rifornimento GPL – giornalemotori.it (foto iStock)

GPL, rischi nascosti

Ad oggi un litro di GPL costa da 0,7 a 0,9 euro/l, non arriva praticamente mai a superare la soglia dell’euro al litro, motivo per cui molti costruttori, tra cui Dacia ad esempio, immettono sul mercato modelli nuovi a doppia alimentazione che stanno spopolando. Il GPL al momento sembra la luce in fondo al tunnel, ma è tutto oro quel che luccica? Diciamo “Ni”. In che senso? Nel senso che è garantito un certo risparmio, ma prima di acquistare un’auto a GPL o installare una bombola, dobbiamo tenere in conto qualche aspetto pratico, in alcuni casi anche rognoso.

In primis, il GPL può causare un lento ma progressivo intasamento degli iniettori, per cui è essenziale una loro pulizia costante (ogni 30.000 km). In secondo luogo ricordiamo che è fondamentale pianificare con anticipo le tappe dei rifornimenti: se ci dovessimo trovare col serbatoio vuoto e il distributore che abbiamo scelto è fuori uso, ci toccherà fare un bel tragitto a benzina prima di trovarne un altro. E se abbiamo un 3.0 litri o un turbocompresso la cosa potrebbe scocciare alquanto. Ultimo ma non meno importante dettaglio: se si viaggia molto è bene comprare degli adattatori metallici per il rifornimento, poiché – soprattutto all’estero – possono esserci grandi differenze tra l’ugello di un’auto e quello di un’altra. Talvolta per fortuna le stazioni di servizio hanno a disposizione diversi tipi di adattatori GPL ma è bene non fidarsi troppo.