Autovelox, ecco perché continuano a fregarci | Abbiamo sempre frainteso una cosa

Quale distanza deve esserci dal cartello di segnalazione dell’autovelox al dispositivo stesso? Questo è uno dei più grandi equivoci del Codice della Strada che ci mette sempre nei guai, vediamo perché
Scommetto che questa estate la maggior parte di noi si è trovato una brutta soresa nella casella della posta ad attenderlo al rientro dalle ferie. Questa è stata infatti una delle peggiori estati della storia per la quantità di sanzioni elevate da autovelox. L’hanno chiamata l’estate nera.
Se ne sono stati installati così tanti in giro, ci sarà sicuramente un motivo, si staranno chiedendo tutti. Certo, e dovrebbe essere quello di tutelare la sicurezza delle strade, ma come sappiamo spesso questa è solo una buona scusa.
Come si spiegano allora le 24 mila multe elevate in un solo mese da un apparecchio installato in una strada di un piccolo comune del padovano? Quell’apparecchio che poi qualcuno ha pensato bene anche di sabotare mandando su tutte le furie il sindaco della cittadina.
Siamo davanti a grande fraintendimento
Con il passare del tempo si è scoperto come mai quell’apparecchio avesse fatto quella strage di multe. Semplice, mancava una segnaletica adeguata che avvisasse con un certo anticipo gli automobilisti della presenza della telecamera. E quindi chi era solito percorrere quel tratto di strada si è trovato fregato. Sembra che il problema abbia coinvolto una marea di automobilisti, per alcuni dei quali – plurisanzionati – il peggio non sono tanto le multe, quanto i punti decurtati dalla patente.
Questo tema dell’obbligo di segnalazione dell’autovelox è un po’ il fulcro di tuta la faccenda. È proprio su questa distanza “obbligatoria” che si gioca sul filo del rasoio tutta la disputa tra automobilisti e amministrazioni locali. Siamo sicuri di questo cavillo legale o siamo vittime di un enorme fraintendimento?

Distanza dal segnale di avviso o dal cartello del limite di velocità?
Una recente sentenza della Corte di Cassazione non menzionerebbe affatto questa distanza obbligatoria, almeno non la esplicita. Secondo la Corte infatti non è indispensabile che l’apparecchio venga installato ad almeno 1 km di distanza dal cartello di segnalazione. Questa distanza deve essere “sufficiente” ad avvisare della presenza, ma non è stabilita a priori.
Il problema di base è che tutti noi abbiamo sempre frainteso un dettaglio molto importante: la distanza che si dice obbligatoria per legge e definita anche dalla normativa, è quella che indica la separazione tra l’apparecchiatura di controllo elettronico della velocità e il segnale che indica il limite di velocità. È questo il nostro grande errore, cioè quello di pensare che debba esistere una certa distanza definita dal cartello di avviso all’apparecchio. Ed è proprio qui l’inghippo, poiché questa mascalzoneria permetterebbe alle amministrazioni locali di giocare con le leggi a loro favore. Quindi uno dovrebbe stare prima di tutto attento al limite di velocità e in secondo luogo alla presenza dell’avviso di installazione del dispositivo. Questa evidente “porcheria” è una di quelle alla base del tanto sperato “decreto autovelox” da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, atteso da oltre 13 anni ma ancora pesantemente osteggiato dalle amministrazioni locali. Chissà perché.