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Scandalo Taxi, in Italia scoppia la baraonda | L’assurda verità è venuta a galla

tassisti italiani – giornalemotori.it

Con un servizio delle Iene andato in onda il 9 maggio 2023 è scoppiato lo scandalo dei Taxi. Ecco che cosa è successo

Gran parte dei tassisti (ricordiamo di non fare mai di tutta l’erba un fascio), nonostante le entrate comprese tra i 5 e i 9 mila euro al mese, dichiarano di guadagnare molto meno, una media di 1.500 euro mensili.

Questo è quanto accade nelle principali città italiane, soprattutto a Roma e a Milano, ma anche a Napoli, Firenze, Bologna e Palermo.

Questo è quanto scoperto dal Nicolò De Devitiis nel servizio del programma Le Iene, andato in onda lo scorso martedì 9 maggio 2023. Non si tratta di una storia nuova, anzi: il problema, ormai, va avanti da tanto tempo.

Il servizio delle Iene sui tassisti italiani: dati sconvolgenti

Il problema dei tassisti che dichiarano di guadagnare molto meno rispetto alle loro reali entrate mensili non è una cosa dell’ultimo minuto. Nel corso degli ultimi mesi se ne è parlato molto, anche grazie a denunce avvenute sui social da parte di persone famose, che, con la loro grande audience, sono riusciti a catturare l’attenzione di molte persone. A quanto pare anche del programma Le Iene, che ha deciso di indagare, scoprendo maggiori dettagli sul tema.

Le domande che pone De Deviitis sono principalmente due. La prima: “Come mai i tassisti siano così restii all’utilizzo del Pos“. La seconda, invece, è correlata alla prima: “Come mai i tassisti sono così contrari alla geolocalizzazione delle loro corse?”. La geolocalizzazione, infatti, utilizzata da Uber, per esempio, renderebbe molto più difficile evadere le tasse. Grazie ad una fonte governativa, Le Iene sono riuscite ad accedere a dati sconvolgenti.

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Tassisti: ecco quanto dichiarano di guadagnare

Le Iene hanno scoperto che, in media, un tassista romano con partita Iva, nel 2021 ha detto di guadagnare 6.240 euro all’anno. A Milano 11.411, Firenze 5.238, Bologna 9.642, Palermo 5.804 e Napoli 10.890. Si tratta di cifre poco credibili, soprattutto in questo particolare periodo storico e per vivere in maniera dignitosa.

La prima regola per ingannare il sistema, secondo i tassisti interpellati, è dire “ai clienti che dal 20 del mese in poi non funziona il Pos, la batteria è scarica e all’arrivo a destinazione dovranno pagare in contanti. Funziona specie con le famiglie straniere”. Se aggiungiamo anche il fatto che alcuni sparano delle cifre altissime, ecco che gli incassi divengono cospicui. Con un pagamento in contanti “non devi per forza scrivere che hai incassato 80 euro”.