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Sicurezza stradale, la nuova regola riguarda i ciclisti | Finalmente la svolta tanto attesa

Ciclisti in città – giornalemotori.it

Ciclisti e auto non sempre vanno d’accordo. A breve anche nelle città italiane cambieranno le regole, una lo ha già fatto

Le strade sono piene di veicoli brulicanti di ogni specie e dimensione, che sfrecciano l’uno vicino all’altro talvolta senza che i conducenti nemmeno si rendano conto della presenza di altri mezzi più leggeri che il Codice della Strada riconosce come parte integrante di questo traffico.

Con l’evoluzione di una mobilità più sostenibile, le strade delle grandi città si sono riempite sempre più di mezzi di trasporto alternativi all’auto, come monopattini elettrici e biciclette, che in alcune occasioni hanno realmente rivoluzionato il concetto di mobilità urbana.

La loro presenza ha richiesto in certi casi agli automobilisti di rivedere le norme di circolazione per evitare incidenti con questi mezzi leggeri e super silenziosi che sembrano sbucare all’improvviso dal nulla. I ciclisti, ad esempio, sono spesso fonte di polemica per gli automobilisti, a causa della loro presunta incompatibilità con gli altri veicoli, soprattutto su strade molto trafficate o a scorrimento veloce.

Incidenti mortali in aumento

Le nostre città ancora non sono adeguate per una “rivoluzione a pedali” e presentano limiti strutturali molto stringenti per chi desidera passeggiare in bicicletta senza il rischio di essere travolti. Purtroppo gli incidenti con esiti fatali per questi mezzi sono all’ordine del giorno, tragedie che potrebbero essere evitate se solo entrambe le categorie – automobilisti e ciclisti stessi – rispettassero di più le prescrizioni del Codice della Strada valide per qualsiasi mezzo.

L’Europa però si sta muovendo per cambiare le regole del gioco con un progetto pionieristico chiamato “CycleWalk” che guarda al futuro della mobilità sostenibile in città, e che coinvolge già sei paesi, tra cui Olanda, Austria, Romania, Slovenia, Lituania e Italia. I partecipanti si sono uniti per creare una nuova idea di metropoli, dove la bicicletta e il pedone si riconoscano come i veri protagonisti, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la salute dei cittadini, soprattutto dei giovani che spesso sono le prime vittime della strada. L’aumento del 24,7% degli incidenti nel 2022 è suonato per molti come un campanello d’allarme. In Europa ogni anno migliaia di persone perdono la vita a causa degli incidenti stradali, la maggior parte dei quali avviene in città.

Ciclista in protesta per la “zona 30” – giornalemotori.it

L’esempio europeo e il caso italiano

In questo scenario, anche l’Italia potrebbe a breve seguire l’esempio di altri paesi europei che hanno già deciso di adeguare il limite di velocità massimo consentito in alcune città. Il superamento dei limiti può costare caro e in termini di vite umane i numeri indicano che il prezzo da pagare è ancora troppo alto. Per questo motivo il limite dei 30 km/h non sembra così lontano, in quanto è già stato adottato con successo in città come Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Helsinki, Zurigo, Valencia e Bilbao, dove ci si è resi conto che questo limite rappresenta il confine tra la vita e la morte per pedoni e ciclisti.

In Italia Olbia ha già fatto da apripista a questa iniziativa della “zona 30” creando una rivoluzione urbanistica che ha permesso l’introduzione di progetti come il Pediplan e il Biciplan, grazie al nuovo limite dei 30 km/h. Come sindaco della prima città italiana ad aderire al progetto “CycleWalk”, il primo cittadino di Olbia ha avuto l’opportunità di visitare altre realtà internazionali cui la mobilità sostenibile funziona, portando la città sarda ad introdurre le “strade scolastiche“, dove il traffico viene chiuso nelle ore di ingresso e uscita degli studenti. Questa iniziativa ha permesso ai bambini di avere maggiore autonomia e di sviluppare la loro mobilità indipendente in tutta sicurezza.